Kendrick Lamar torna dopo 5 anni d’attesa col suo nuovo album “Mr Morale & big steppers” in cui si racconta in modo completamente diverso rispetto al suo ultimo vero e proprio album in studio “DAMN”.
Inanzitutto bisogna ringraziare Kendrick perché l’attesa ne è valsa la pena: 73 minuti (ben diversi dai soliti 30/45 minuti di altri album usciti nell’ultimo periodo ) in cui Kendrick si mette a nudo parlando del rapporto col padre (“Father Time”) della sua infanzia e del suo pensiero riguardo diversi argomenti come la cultura della cancellazione, l’identità di genere e anche di traumi generazionali.
Kendrick ha annunciato l’album solo un mese prima della sua uscita, “giocando” anche un po’ con noi fans aggiungendo nel suo sito una pagina chiamata “The Heart” con dentro quasi 400 cartelle completamente vuote tranne tre: una contenente l’immagine del disco con sotto un libro omonimo, una contente una copia del file inviato alla compagnia per l’annuncio ufficiale dell’album ed una con alcuni pensieri riguardanti la sua vita (“i go months without a phone” “there’s beauty in completion. And always faith in the unknow”) sotto il nome di “Oklama”, aggiungendo anche che sarebbe stato l’ultimo album con la casa discografica TDE